10 febbraio 2020

Il silenzio


L'amore ha un suo alfabeto, così dice una canzone. Il gioco sta nell'utilizzare tutte le lettere per formare parole conosciute a tutti gli "amanti" e parole nuove, proprie e uniche della coppia. Parole che non sempre sono belle e gioiose, ma che servono a comprendersi, parlarsi, sentirsi, amarsi. 
Ma ad un certo punto, uno dei due, comincia a saltare il suo turno di gioco; comincia a sentire un nodo in gola ogni qualvolta cerca di esprimere ciò che pensa e prova, e i silenzi si fanno più insistenti, più carichi di disagio, tristezza e solitudine. L'altro magari è talmente preso nel suo monologo convinto, da non accorgersi che la voce dell'altro è diventata talmente sottile da non riuscire a sentirla se non con il cuore. E continua a parlare. Parlare ininterrottamente. Finché un giorno si accorge che la persona che ha di fronte è muta. Completamente. Se n'è andata in silenzio.
Ed è per questo che le coppie che si separano non si parlano più, prima di farlo.
L'amore ha un suo alfabeto di cui il destino, ad un certo punto, mescola le lettere per vedere se siamo in grado di incastrarle di nuovo, perchè solo chi ama davvero è in grado di creare poesie dal niente.
Il mio alfabeto non ha più lettere, ma solo un suono: quello del pianto.

Luce Nera 
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